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al testo di Marina Pacifici
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Nella notte di bruma del dolore
erro raminga mi coglie l’alba ombrosa e solinga nella speme d’un tuo sorriso che il mio cielo plumbeo nell’eclissi della solitudine di luce e colore tinga. Dalla tenebra della mia segreta il cuore mio al tuo sguardo radioso di seta anela. E verso di Te l’anima mia la bianca, indomita vela dispiega. Un giorno sul sentiero dell’Eterno saremo di nuovo insieme. Mai più ci coglierà la sera l’amarezza del commiato, la solitudine dell’inverno. Senza fine sarà la nostra passeggiata fianco a fianco nel meriggio dorato di primavera. Si libera il mio elegiaco canto, oltre la fortezza ineludibile del disincanto e dell’isolamento. Chiudo gli occhi sul ponte dei sospiri nella frenesia di urla e passi concitati d’ un medievale arresto. E ti ritrovo sorridente e rimpianto fra i baci spumeggianti delle onde Tu che dal nord ovest della mia anima mio maestrale anelato spiri. Come un sogno dileguato troppo presto, come l’autunno rimpianto e ricordato nella cella segreta d’inquiete ore si libera dolce l’orfico canto del perduto Amore. |
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