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Orfico canto del perduto amore

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Nella notte di bruma del dolore
erro raminga
mi coglie l’alba
ombrosa e solinga

nella speme
d’un tuo sorriso
che il mio cielo plumbeo
nell’eclissi della solitudine
di luce e colore tinga.

Dalla tenebra della mia segreta
il cuore mio
al tuo sguardo radioso di seta anela.

E verso di Te
l’anima mia
la bianca, indomita vela
dispiega.

Un giorno
sul sentiero dell’Eterno
saremo di nuovo insieme.

Mai più ci coglierà la sera
l’amarezza del commiato,
la solitudine dell’inverno.

Senza fine
sarà la nostra passeggiata
fianco a fianco
nel meriggio dorato di primavera.

Si libera il mio elegiaco canto,
oltre la fortezza ineludibile
del disincanto
e dell’isolamento.

Chiudo gli occhi
sul ponte dei sospiri
nella frenesia di urla e passi concitati
d’ un medievale arresto.

E ti ritrovo
sorridente e rimpianto
fra i baci spumeggianti delle onde
Tu che dal nord ovest della mia anima
mio maestrale anelato spiri.

Come un sogno
dileguato troppo presto,
come l’autunno rimpianto e ricordato

nella cella segreta d’inquiete ore
si libera dolce
l’orfico canto del perduto Amore.

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